La questione del nuovo Ospedale del Golfo merita chiarezza. Se non se ne parlasse da anni e se non fosse una priorità per tutto il comprensorio, non sarebbe stato opportuno rispondere a chi, forse con un pizzico di malafede, ha fatto considerazioni politiche provando ad argomentare tecnicamente. Proviamo a fare chiarezza, quindi, su un punto dirimente.

Perché Zingaretti, in qualità di commisario ad acta per la sanità del Lazio, scrive che tutto quanto proposto sarà vincolato al fatto che “si verifichino i presupposti”?

La risposta la conoscono tutti gli addetti ai lavori: la Regione Lazio è commissariata da alcuni anni sulla sanità. Significa che nel tempo ha speso più di quanto poteva, fino a creare 10 miliardi di debito. Fortunatamente il commissariamento termina quest’anno, grazie al grande lavoro di recupero della giunta Zingaretti (sono rimasti circa 2/300 milioni). Per questo, nel periodo di commissariamento -quindi anche oggi-, la gestione finanziaria è demandata all’approvazione da parte del Ministero. Attenzione però, la programmazione spetta alla Regione, il Ministero conferma i paramentri economici e accerta che la spesa sia sostenibile nei parametri stabiliti. Per questo motivo il commissario (Zingaretti) parla di una “proposta di ripartizione dei fondi….non autorizza… qualora non vi siano i presupposti”, ovvero l’approvazione del MEF.

Diversa è invece la questione che riguarda i posti letto assegnati e la soluzione proposta.

Concordo con chi dice che una semplice sostituzione della struttura (per quanto sia vantaggiosa in termini logistici ed infrastrutturali) che assegna stessi posti letto al presidio ospedaliero, non cambi di molto le carte in tavola. Su questo credo si debba aprire la discussione da un punto di vista istituzionale, ma con una buona dose di realismo e pragmatismo.

Si parta dalle esigenze del territorio per fare un’ospedale che a queste esigenze risponda, non il contrario.

Detto questo, è anche il caso di ricordare come Formia sia DEA di primo livello, anche se sotto molti punti di vista lo è solo sulla carta. Da qui, la necessità di vedere riconosciuti servizi che, ad oggi, lo sono solo in parte.

Per concludere, la battaglia deve essere combattuta sotto due punti di vista: non rinunciare al Policlinico del Golfo, evitando sterili polemiche e anzi, concentrandosi sull’accordo di programma (è questo il nodo più importante) e al tempo stesso continuare a rafforzare il Dono Svizzero, perché nel frattempo, il servizio sia efficiente.

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