Le infrastrutture strategiche di cui Formia ha bisogno travalicano spesso le competenze esclusive del Comune, il quale è chiamato a sostenere l’azione di altri Enti (Stato e Regione) attraverso supporti tecnici, varianti urbanistiche e pareri già in larga parte espressi. Concretamente:

Rifacimento della rete idrica e ricaptazione della sorgente Mazzoccolo.

La crisi idrica della precedente estate ha mostrato lo stato di degrado della nostra rete, che disperde il 75% dell’acqua nel sottosuolo. Si tratta di una condizione dovuta all’assenza di investimenti da parte di Acqualatina che deve essere immediatamente risolta attraverso il risanamento dell’intero acquedotto, a cominciare dalla condotta via Lavanga – via Rubino e proseguendo con la zone collinari e periferiche. L’attuale captazione della sorgente avviene al di sotto della ferrovia ed in una zona densamente urbanizzata. Il trasferimento e la raccolta dell’acqua (stazione di pompaggio) avviene con modalità e percorso risalenti all’immediato anteguerra. La ricaptazione della sorgente Mazzoccolo al di sopra della ferrovia aumenterà il prelievo, attingendo acqua meno esposta alle interferenze superficiali dei binari e delle case.

Sanità Pubblica.

Il Comune ha approvato la variante al PRG per la sua realizzazione e l’accordo Stato – Regione Lazio stanzia 75 milioni di euro nell’ambito del Decreto del Commissario ad Acta n.U00109 del 6/04/2017. La realizzazione dell’Ospedale è necessaria per elevare il livello dell’offerta sanitaria nel territorio. La struttura del Dono Svizzero, costruita nell’immediato dopoguerra, è completamente inadeguata rispetto agli standard richiesti dalla nuova architettura ospedaliera. Tuttavia, il Dono Svizzero resta un Ospedale dalle potenzialità molto maggiori rispetto a quelle attuali. La dotazione degli organici e l’adeguamento tecnologico sono questioni urgenti. Il ripristino della guardia nelle 12 ore e l’estensione h24 dell’emodinamica sono provvedimenti non più prorogabili. Riteniamo inaccettabile che, mentre declina l’offerta del sistema sanitario nazionale, con i soldi pubblici aumenti quella delle cliniche private del territorio. Bisogna invertire la rotta e di questo ci faremo carico in Regione e nella Conferenza dei Sindaci.

Viabilità di attraversamento.

Il Piano Urbano del Traffico prevede la realizzazione di rotonde in sostituzione di snodi semaforici o di incroci, che vanno realizzati anche con il ricorso a strutture removibili, per evitare di ritardare gli interventi per mancanza di fondi. Parliamo delle rotonde di Vindicio, Olivastro Spaventola, Largo Paone, nonché della risoluzione di alcuni svincoli pericolosissimi come quello di ingresso ad Acqualonga dalla superstrada, la cui realizzazione spetta ad Anas, ma che non possiamo più ritardare. Va immediatamente sollecitata l’apertura di un tavolo di verifica con l’ANAS per lo stato dei lavori dell’attraversamento a monte di Formia, ferma restando la necessità di preservare le aree naturali di pregio come la Sorgente Mazzoccolo, con il ricorso minore possibile a forature e con dispositivi in grado di fronteggiare ogni possibile sversamento di trasporti inquinanti. Contestualmente vogliamo cominciare le nostre politiche di contenimento della viabilità di scorrimento sulla Flacca, come prevede il Piano Generale di Traffico Urbano. Restiamo per un’idea di waterfront che ricolleghi la città al mare, attraverso l’interramento della Litoranea e l’avanzamento degli spazi pedonali verso la costa.

Portualità, una scelta pubblica ed ecologica.

Riteniamo necessario ripensare la strategia per la sistemazione degli approdi diportistici nel Golfo. Il progetto di finanza approvato ormai oltre dieci anni fa non è più partito, a causa di complicazioni sulle procedure autorizzative ambientali, e rischia di non partire mai, perché il mercato della diportistica non lo sostiene dal punto di vista finanziario. Lo sviluppo portuale di Formia non può dipendere solo da questo progetto. Nel recente passato infatti un consorzio di imprenditori locali ha presentato un progetto che prevede la realizzazione di una darsena per il diporto nei pressi del quartiere di Mola: il percorso è fermo in Regione in attesa della conferenza di servizi. Il nostro im

pegno è nel sollecitarlo perché è da esso che deriva un progetto più ampio di riqualificazione dell’intero quartiere di Mola. Anche il porto commerciale di Formia deve essere interessato da un percorso di riorganizzazione, che riduca la promiscuità tra la destinazione commerciale, turistica e passeggeri e rafforzi la componente diportistica. Dobbiamo completare lo spostamento dei traghetti al molo Vespucci, dove già è stata realizzata una stazione marittima. Altra opera realizzata e inutilizzata è l’approdo per le navi da crociera: bisogna riprendere quel progetto e valutare la possibilità di una sua riconversione per entrare nel mercato dei maxi-yacht. E’ questo un settore in forte espansione e dalle enormi potenzialità.

Centro Culturale presso l’ex Colonia Di Donato.

Dopo che le nostre amministrazioni l’hanno acquisita a patrimonio comunale e vi hanno realizzato gli interventi di consolidamento statico, la ex Colonia Di Donato è stata scelleratamente alienata alla Regione Lazio da parte della Giunta Forte, con l’improbabile progetto di realizzarvi un ostello per i figli degli emigrati italiani all’estero. A gestire la partita l’ex IPAB, un ente regionale ora in via di liquidazione. Vengono concessi dei finanziamenti, eseguiti dei lavori, ma le ditte non vengono pagate ed è in corso un processo penale per verificare se vi sono state appropriazioni indebite. Nel frattempo, la struttura è stata messa sotto sequestro e costituisce un buco nero nel centro della città. Il nostro impegno è chiaro: aspettare le decisioni della magistratura sulla disponibilità del bene e assieme alla Regione Lazio investire sulla struttura le risorse necessarie per trasformarla in un grande centro polivalente utilizzando i fondi della programmazione comunitaria 2014/2020.

Ex Gil e Seven Up.

Dopo anni di vertenze, il Comune nel 2005 è riuscito ad acquisire a fruizione pubblica l’area ex Gil, ora Parco De Curtis. Vi ha recuperato all’interno un rudere, attraverso un finanziamento comunitario di 750mila euro, dove oggi ha sede il centro anziani di quartiere, con ampi spazi ancora a disposizione della comunità. Nel centro del Parco vi è una struttura edificata oltre cinquanta anni fa, mai completata, ad oggi del tutto abbandonata. Verificato che non vi è alcuna possibilità di recupero e fermo restando la proprietà regionale dell’immobile, la nostra proposta è l’abbattimento e la liberazione di tutto lo specchio di oltre 3000 metri da destinare al Parco. Contestualmente va avviata con la Regione una progettazione preliminare per realizzarvi un impianto a servizio dello sport e dell’educazione, come ad esempio un polo per la vela e la nautica. Sul Seven Up il concorso di idee ha individuato in quest’area la possibilità di organizzare un centro congressi. Riteniamo necessario procedere nuovamente a un project financing che possa consentire lo sviluppo in loco anche di altre attività ricettive.