Senza programmazione urbanistica non c’è sviluppo della città. Il finanziamento ottenuto per l’abbattimento e la ricostruzione dell’Istituto Pollione pone un problema non più rinviabile: è necessario dotarsi di un Piano Regolatore Generale in grado di disegnare la città di domani.
In questi mesi estivi si è aperto un acceso dibattito sulla scuola Pollione. Un dibattito che ha interessato non tanto l’aspetto didattico, quanto urbanistico, relativo alla potenziale rigenerazione urbana di Mola, delle opportunità per gli altri quartieri.
Dobbiamo dirci con chiarezza, una volta per tutte, che il Piano Rossi, attualmente vigente, non è in grado di rispondere alle esigenze presenti e future della nostra città.
La demografia, i bassi tassi di natalità, la nascita di quartieri residenziali divenuti in poco tempo molto popolosi e bisognosi di maggiori servizi (viabilità, trasporto pubblico locale, spazi verdi) sono il punto di partenza ineludibile per ragionare della Formia che lasceremo ai nostri figli.
Il centro-sinistra ci ha provato più volte. Dopo un anno di amministrazione Villa, riteniamo necessario riprendere quel lavoro posto in essere dalla precedente amministrazione. Si tratta di un lavoro imponente: bozza di variante al Piano Regolatore Generale, a firma del Prof Purini; Piano Urbano del Traffico e della Sosta, a firma della T.A.U. e il Piano Acustico. Documenti complessi che ridisegnano la città, garantendo possibilità di sviluppo, consumo del suolo praticamente nullo e ricucitura urbanistica di Formia.
È necessario portare al più presto nelle Commissioni competenti e in Consiglio Comunale questi documenti, al fine di approvarli e farsi trovare pronti per altre eventuali opportunità (come quelle della Pollione). Abbiamo bisogno di una guida, una strada da seguire: questa strada può essere rappresentata solo dalla pianificazione urbanistica.
La sfida della riqualificazione dei centri storici in chiave turistico – ricettiva, la ricucitura del centro città con il mare, una viabilità e una sosta migliori, la delocalizzazione di alcuni servizi al di fuori del centro città, un serio ragionamento sul verde quale infrastruttura urbana. Insomma, sono tanti gli obiettivi a cui far fronte!
Come Partito Democratico riteniamo che è tempo di portare alla discussione istituzionale questi documenti. La città ha bisogno di scelte complesse e innovative, non solo di piccole cose.