Dissalatori a Formia: è questo l’argomento di cui si è discusso nell’ultimo Consiglio Comunale.
Ho votato contro, così come fatto da altri 14 Consiglieri Comunali. E non per motivi di ordine ideologico.
Credo semplicemente sia sbagliato, per varie ragioni:

primo: siamo a secco perchè il tasso di dispersione dell’acqua è pari al 68% (a fronte della media dell’ato4 che è pari al 58%). Significa che su 100 lt di acqua che partono alla fonte, solo 32 arrivano nelle nostre case. Il resto si perde per strada, a causa delle tubature colabrodo, ridotte così per la mancanza di investimenti adeguati.
Formia è ricca di acqua; se il gestore avesse investito di più e meglio in infrastrutture la situazione sarebbe diversa. Inoltre, i cittadini di Formia hanno un tasso di morosità molto basso, cosa che aggrava ancor di più la situazione per due motivi: paghiamo le bollette in maniera regolare e quei soldi non tornano, come dovrebbero, tramite investimenti infrastrutturali.

Secondo: non so quanto possa essere dannosa la salamoia prodotta dai dissalatori per l’habitat marino, so per certo però che non è più possibile impattare ulteriormente un territorio già martoriato e dichiarato Area Sensibile (vedi impianti di Itticultura, porto Commerciale, ecc..). Capirei l’esigenza di installare dissalatori se vivessimo su un’isola o in una zona povera di sorgenti. Noi di acqua siamo ricchi, per questo l’unica vera cosa da fare è rimettere a posto le arterie distrutte negli anni e abbattere il tasso di dispersione in tempi celeri.

Terzo: nessuno può garantirci che l’eccezione diventi la regola. Mi spiego: se il gestore in 10 anni non ha risolto, o quantomeno attenuato fortemente il problema della dispersione, perchè dovrebbe farlo nel prossimo anno potendo contare sul precedente dei dissalatori (che sono un costo in più in bolletta)? L’ing. Cima ha garantito, per conto dell’azienda che gestisce il servizio, la pianificazione di azioni mirate al recupero, entro l’estate 2018, di 100lt/secondo ed entro quella successiva 180lt/secondo. Staremo a vedere, lo spero fortemente.

In ogni caso, continuare a rimandare il problema del rifacimento delle tubature non è accettabile. Installare i dissalatori per due mesi costerebbe agli utenti 1milione e mezzo di euro (non so se hanno investito una somma del genere nel nostro territorio in infrastrutture nell’ultimo anno): questo la dice lunga sulla necessità di affrontare il problema di petto.
Basta tamponi, è il momento di arginare e risolvere il problema in maniera definitiva.

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